Fami Prils
Il progetto Fami Prils ha come capofila la Regione Lazio – Direzione Regionale Salute e Politiche Sociali, e come partner i Cpia di Roma, e del Lazio ( Viterbo, Pomezia, Latina, Frosinone ), l’ USR del Lazio, l’ A.S.A.P. Agenzia per lo Sviluppo delle Amministrazioni Pubbliche.
Da alcuni anni le Regioni hanno assunto un ruolo strategico nell’elaborazione delle politiche per l’integrazione sociale dei cittadini di paesi terzi, in particolare avviando i piani regionali di formazione linguistica e civica in cooperazione con gli stakeholder. La Regione Lazio, in partenariato con l’Ufficio Scolastico Regionale, i Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA- ex CTP) e l’Agenzia per lo Sviluppo delle Amministrazioni Pubbliche (ASAP), in collaborazione con le Prefetture, Uffici Territoriali del Governo (UTG) – Sportelli Unici per l’Immigrazione (SUI),
Gli obiettivi del progetto sono:
– Rafforzare la rete tra gli attori del sistema (CPIA, CTI, Prefetture/SUI), finalizzata alla creazione di un sistema efficace e sostenibile capace di individuare il reale fabbisogno del territorio e di rispondere allo stesso;
-Incrementare l’azione di comunicazione da parte delle Prefetture/SUI per l’indirizzamento dello straniero verso i CPIA;
– Velocizzare l’attivazione del servizio di mediazione presso le Prefetture/SUI fornito dal Prils;
-Incrementare i corsi “flessibili” presso i CPIA (corsi serali e nel weekend) e i servizi di babysitting;
-Incrementare le competenze dei Dirigenti Scolastici (DS) in materia di asilo, migrazioni, integrazione, al fine di favorire una adeguata programmazione dell’offerta formativa;
-Coinvolgere il maggior numero di CPIA come partner al fine di creare una governance compiuta del sistema e ripartirne equamente la responsabilità gestionale/finanziaria;
– Prevedere una formazione riconosciuta (Master) per i mediatori culturali;
– Per favorire l’autonomia socio-economica dei destinatari, prevedere nei corsi di lingua L2 moduli per facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro o complementari alla formazione professionale (ad es. corsi per assistenti familiari o lavoratori stagionali, bilancio di competenze e orientamento al lavoro);
– Prevedere nei corsi di lingua L2 moduli mirati al conseguimento di documenti specifici (ad es. patente di guida, licenze, certificazione HCCP, ecc.);
– Modellare i corsi alle esigenze specifiche dei titolari di protezione internazionale, ed in particolare alle categorie vulnerabili (vittime trauma, disabili, donne sole con bambini, MSNARA ecc.) assicurando un collegamento strutturale tra l’azione formativa e il sistema SPRAR (ed eventuali ulteriori centri di accoglienza/integrazione);
-Modellare i corsi ai cittadini di Paesi terzi appartenenti a categorie socialmente fragili (analfabeti, disabili, donne socialmente isolate ecc.);
– Prevedere un sistema di tracciabilità sui livelli di apprendimento raggiunti dai corsisti (corsi svolti; crediti e attestazioni ecc.) per evitare duplicazioni e dispersione di risorse;
– Incrementare il coinvolgimento diretto delle comunità straniere nelle attività di informazione, agendo nei luoghi a forte presenza straniera (centri culturali, associazioni di stranieri, moschee ecc.);
– Disseminare il PRILS nelle università per stimolare la partecipazione ai corsi di lingua (studenti o altri).